Oggi vi voglio raccontare un altro pezzettino di me e, in particolare dell’esperienza avuta durante questo ponte.
Ho organizzato la prima vacanzina di famiglia finalmente in 4 come regalo di compleanno per mio marito. Non vedeva l’ora di viaggiare tutti insieme e così, ho prenotato in un family hotel in provincia di Bolzano.
La struttura, l’ospitalità e la gentilezza di tutti sono stati davvero
Purtroppo Marco, il nostro primo figlio, è stato molto male, con febbre alta che non rispondeva alla tachipirina.
Così, sotto consiglio della nostra amatissima Pediatra, mio marito l’ha portato al Pronto Soccorso. Per fortuna ora è tutto a posto, abbiamo deciso di rientrare un giorno prima del previsto e la nostra vacanza non è proprio andata come previsto..
Ma la questione è un’altra. Voglio far luce sulla difficoltà emotiva che ho provato e che spesso i genitori avvertono quando vorrebbero dividersi letteralmente in due per non lasciare i propri bambini, soprattutto quando stanno male.
Personalmente mi sono ritrovata a stare in albergo con Cristina, la nostra seconda bimba di 10 mesi mentre, nel bel mezzo della sera, durante il diluvio, mio marito e mio figlio in auto percorrevano strade con continui tornanti, nel buio pesto per raggiungere il Pronto Soccorso più vicino.
Avrei voluto, con tutte le mie forze, mettermi in auto anche io e poter stare col mio bambino.. ovviamente non era però il caso di caricare in macchina anche la piccolina e stare chissà quanto in PS.
Mi sono sentita impotente, ho pianto, ero piena di sensi di colpa per non riuscire a stare con lui, per non riuscire a dargli le coccole che gli ho sempre dato, per non essere presente fisicamente in quel momento.
In più ovviamente c’era la preoccupazione di tutte le caratteristiche “di contorno” della situazione (non sapevamo cosa avesse Marco, era sera, stava piovendo a dirotto, tornanti continui…)
In questo momento è arrivata la telefonata di una carissima amica che mi ha rimesso un po’ in sesto Poi ho riflettuto:
Con chi è Marco? Non è con la sua mamma, ma è col suo papà! Non è solo e abbandonato! È coccolato, protetto e al sicuro comunque.
Io e mio marito avremmo potuto fare diversamente? Forse, ma sarebbe stato molto complesso: Cristina a metà nanna della notte prende il mio latte e io non amo guidare in montagna, anzi..ho proprio paura..
È stata quindi la decisione giusta? Sicuramente la più logica e sensata.
Io, come molte altre mamme, voglio sempre avere il controllo su tutto, soprattutto nei momenti più critici. Ci definiscono (e ci autodefiniamo!!) “multitasking”.. a volte però, è meglio agire di logica e capire che non possiamo fare tutto, non possiamo esserci sempre e comunque. L’amore per i nostri figli “si misura” con ben altro.
Eleonora Brambilla
Sono un'educatrice esperta della Prima Infanzia e lavoro nei nidi dal 2007.
Negli ultimi anni mi sono formata come Psicomotricista Educativa, insegnante YogaBimbi 0-36 mesi e insegnante di massaggio infantile.
Nel 2020 ho fondato CrescendoConTe creando un luogo virtuale nel quale i genitori potessero trovare informazioni utili riferite al mondo della Gravidanza e della Prima Infanzia fornite da Veri Professionisti.